12 agosto 2024 – Le riflessioni della nostra presidente Giovanna Melandri per La Repubblica a seguito della nomina di Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace 2006, come nuovo capo del governo ad interim del Bangladesh.
Giovedì Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace nel 2006, ha giurato come nuovo capo del governo ad interim del Bangladesh. Yunus, il “banchiere dei poveri” fondatore della Grameen Bank che ha riscattato milioni di persone nel Paese, è stato nominato dopo la destituzione dell’ex primo Ministro Sheikh Hasina, fuggita in India a causa delle proteste avviate dal movimento studentesco contro il suo regime oppressivo che si è diffuso in tutto il paese.
Da paladina della democrazia, Hasina si è presto trasformata in una leader autoritaria e repressiva. Risultano 2380 oppositori scomparsi nel nulla in 16 anni, e solo negli ultimi giorni si parla di circa 500 morti e quasi 2800 feriti accertati. È possibile che siano molti di più. Yunus dovrà traghettare il Bangladesh verso nuove elezioni. L’inventore del microcredito è ora alle prese con un vero e proprio grande laboratorio politico, sociale ed economico. Se riesce quest’esperimento, il mondo guarderà ad un nuovo modello di democrazia politica ed economica. E Yunus potrà mettere in pratica i principi di inclusione che gli hanno valso il premio Nobel.
Seconda dimensione simbolica: il Bangladesh è un Paese di oltre 170 milioni di abitanti, di cui il 62% sotto i 30 anni. Ed è stata proprio questa popolazione giovanissima a battersi per il diritto di emanciparsi attraverso la cultura e la conoscenza e per l’accesso all’educazione, all’istruzione e alla formazione che superasse qualsiasi forma di barriera dinastica, religiosa o economica. Una meraviglia: una generazione che dà valore allo studio e ora si affida ad un uomo saggio per la transizione costituzionale; che realisticamente potrebbe essere ben pià lunga dei 90 giorni previsti per arrivare a elezioni libere.
Yunus eredita un Paese nel caos e dovrà rimettere in piedi tutti gli attori costituzionali. Il sistema giudiziario è collassato. I giudici nominati dalla prima ministra fuggiti all’estero. Gran parte dei vertici militari sostituiti. È un momento delicatissimo di grande fibrillazione, entusiasmo e di necessaria riconciliazione nazionale. Ma i giovani sembrano aver vinto.
Infine una terza dimensione simbolica e politica: Yunus èl’ispiratore di un altro modello economico, di un altro capitalismo possibile. Fa leva sullo spirito imprenditoriale dei più poveri, sullo spirito di autoimprenditorialità soprattutto delle donne, contro qualsiasi forma di dipendenza e/o assistenzialismo. E lo fa in un momento in cui democrature, regimi autoritari travestiti da democrazie, e turbocapitalismo finanziario sembrano non lasciare spazio all’altro “capitalismo possibile”, fondato su uno spirito imprenditoriale sano e inclusivo volto alla cogenerazione di valore economico e sociale che riduce le diseguaglianze rafforzando i ceti medi.